| questo test di prefigge lo scopo di testare il comportamento del cuore del paziente, al quale è stata diagnosticata la Sindrome di Brugada, tramite la stimolazione ventricolare programmata. Si svolge in clinica, previo ricovero di due giorni e con la presenza di una vasta equipe medica in sala, come per un intervento chirurgico.
Si tratta di un test un pò fastidioso, perchè si accede direttamente al cuore tramite degli elettrodi che vengono inseriti dalla vena femorale (che si trova all'altezza della zona inguinale). Al paziente viene fatta una iniezione locale di anestetico, successivamente si introducono gli elettrodi, che vengono fatti scorrere all'interno della vena femorale, con molta molta cura, fino ad arrivare alle camere cardiache (l'introduzione viene osservata ai raggi X in tempo reale, man mano che si introducono gli elettrodi). Giunti a destinazione, l'elettrofisiologo può cominciare con il protocollo di stimolazione programmata che simula delle stimolazioni estreme e il paziente rimane fermo e immobile, onde evitare di far muovere gli elettrodi e causare danni secondari. In questo test l'elettrofisiologo visualizza istante per istante il tracciato elettrocardiografico per valutare la risposta elettrica agli stimoli e rilevare in tempo reale le aritmie potenzialmente fatali. Il tutto prosegue fin quando non si riscontra qualcosa di anomalo (tachicardie, fibrillazioni, arresto cardiaco vero e proprio) e in quel caso si procede con la defibrillazione per far riprendere l'attività cardiaca normale, nonchè (nella stessa sessione?) si procede con l'impianto del defibrillatore sottocute. Anche in questo caso, come nel test farmacologico, al primo accenno di aritmia potenzialmente Altrimenti si prosegue fino a terminare gli stimoli programmati. Il paziente è perfettamente cosciente e può seguire in tutto e per tutto le varie fasi dello studio.
Attualmente la letteratura scientifica valuta costantemente e studia la stratificazione del rischio di ogni paziente e tenta di dare un protocollo definitivo per l'ascrivibilità dei singoli pazienti ai vari livelli di rischio (basso, intermedio, alto), considerando lo studio elettrofisiologico uno strumento fondamentale a questo scopo, specialmente per quei pazienti che non presentano i segni ecg-tipici in basale o li presentano in parte e per i quali non vi può essere una assoluta sicurezza in fatto di predittività prognostica.
Ricordiamo sempre che la Sindrome ha un comportamento altamente soggettivo e pertanto la situazione può variare da paziente a paziente ed essere ampiamente assortita e l'ultima decisione spetta sempre al cardiologo che prende in cura il paziente. Questo passo vuole solamente essere informativo, da chiarimento, nonchè una schematizzazione semplice rivolta a tutti coloro i quali vogliono sapere qualcosa di più sui test da effettuare per porre diagnosi di Sindrome di Brugada.
tutti coloro i quali volessero commentare e/o raccontare la propria esperienza personale di studio elettrofisiologico, visto che non tutti hanno lo stesso comportamento (esempio, molte persone vengono candidate all'impianto dell'ICD mentre altre no) possono farlo rispondendo all'interno di questo topic.
Edited by salvo811981 - 18/11/2009, 08:34
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