| carissimo Riccardo, anzitutto ti ringraziamo per esserti presentato e aver condiviso con noi la tua esperienza. Ho letto attentamente la tua storia e per certi versi ci assomigliamo... il mio iter diagnostico è molto simile al tuo, se non per il fatto che a me è stato riscontrato prima di un intervento di routine; a te invece dopo ecg all'avis. A proposito, prima di proseguire, vorrei chiederti: ma alla fine hai più donato? o non ti hanno fatto donare? Ci somigliamo anche perchè subito dopo aver appreso di essere affetti da questa sindrome, si è scatenato in noi un senso "immotivato" di panico, dovuto più all'impatto con la notizia (che lascia ampiamente i suoi strascichi psicologici) che ad una reale preoccupazione per la fascia di rischio.... Io ricordo di aver passato notti insonni e di aver superato un lungo periodo di attacchi di panico belli e buoni... dove avevo paura di partire, avevo paura ad uscire, avevo un chiodo fisso che era quello di poter lasciare questo mondo da un momento all'altro... il pensiero fisso di controllarmi il battito cardiaco per poter "prevedere" se il cuore si stava comportando in maniera del tutto normale o c'era qualcosa che non andava... gli attacchi di panico si sono scatenati in macchina mentre guidavo (un classico), a piedi mentre passeggiavo, la notte in pieno sonno, la mattina appena svegli, sopra i libri, in bagno, all'università, sopra il pullman in viaggio insomma: in tutti i luoghi possibili e immaginabili. Solo dopo molto tempo, e solo dopo molti controlli di routine ho imparato, da solo, a controllare questa "sensazione imminente di morire", perdere il controllo per un niente e sentirsi il cuore partire e quel nodo in gola (anzi, per me era una vera e propria compressione al collo, con senso di confusione, rammollimento alle mani e alle gambe, a volte non potevo stare in piedi).... ho imparato a superare piano piano tutto ciò, anche con un lavoro autonomo di mente, cioè: mi convincevo giorno dopo giorno che non mi poteva capitare nulla, che fino a quel momento io non avevo avuto nessun disturbo e che proprio in quel momento non poteva accadermi nulla. Adesso, dopo 5 anni dalla scoperta, posso dire di aver superato tutto brillantemente. Posso darti qualche consiglio: anche se sembra un paradosso questa reazione della nostra mente alla notizia, ho appreso che è normale e che ognuno di noi metabolizza gli eventi/notizie spiacevoli in maniera diversa l'uno dall'altro; pertanto cerca di stare tranquillo, se ti viene quel famoso "nodo alla gola" avvicinati alla persona che hai più cara al mondo, abbracciala, o chiamala se sei distante, dille quanto tieni a questa persona, e dimostrale tutto il tuo affetto; e se non puoi chiamarla o avvicinarla: pensala, ripensa ai momenti più belli passati insieme, pensa alle cose stupende che hai passato nella tua vita e che vale la pena di rivivere mille altre volte... minuto dopo minuto vedrai che l'attacco sparirà, cesserà di assillarti per lasciare spazio alla "forza" di vivere e di spaccare il mondo! INoltre il calore che ti darà quella persona varrà MILLE VOLTE di più che un calmante farmacologico... assicurato e garantito! Sembra difficile da mettere in atto, ma pian piano ti abituerai a conviverci e a superare il problema! Altro consiglio: se l'attacco arriva verso il pomeriggio o la sera, non c'è niente di meglio di una tisana rilassante... e se l'attesa di quella tisana (perchè poi va a finire così) ti snerva ancora di più: fregatene... pensa solo che dopo qualche minuto starai meglio! un abbraccio e... ritienimi a disposizione se necessiti di qualche altro consiglio! e tienici sempre aggiornati sulla tua situazione! Salvo.
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